DSA a scuola: gli errori da evitare

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DSA a scuola: gli errori da evitare

In molti casi, quando i bambini con DSA entrano a scuola, non hanno ancora ricevuto una diagnosi adeguata del disturbo. I principali disturbi specifici dell’apprendimento (dislessia, disgrafia, discalculia), infatti, non sempre sono facili da riconoscere e interpretare correttamente in età pre-scolare. 

Per questo motivo, il ruolo dell’insegnante è fondamentale, soprattutto nella scuola dell’infanzia e primaria: ovviamente, non è suo compito effettuare una valutazione diagnostica, tuttavia, è sicuramente la figura più adatta a riconoscere e segnalare prontamente i sintomi di un DSA.

Individuare precocemente un DSA consente un approccio tempestivo, sia da parte degli insegnanti che dei genitori, volto a supportare l’alunno e a limitare i danni che una mancata diagnosi potrebbe apportare all’alunno, sia in termini di apprendimento che di autostima.

In particolare, tra i segnali a cui prestare attenzione vi sono:

  • Ritardo nel linguaggio;
  • Confusione delle parole che hanno una pronuncia simile;
  • Difficoltà di espressione;
  • Difficoltà nell’identificazione delle lettere o dei suoni associati alle lettere;
  • Familiarità inerente ai problemi di lettura e scrittura.

Come comportarsi con studenti con DSA

I bambini e adolescenti che soffrono di un DSA, solitamente, tendono a vedersi inadeguato rispetto al contesto scolastico: si sentono diversi dai compagni di classe, inadatti, e spesso provano ansia di fronte a compiti che considerano troppo gravosi o difficili. Queste sensazioni di inadeguatezza, ansia e frustrazione si traducono, in alcuni casi, nella manifestazione di poca partecipazione, noia o scarsa aderenza alle regole e alle prassi scolastiche.

Anche per questo motivo, è innanzitutto opportuno approfondire la conoscenza dei disturbi specifici dell’apprendimento, così da limitare queste reazioni negative e adottare, invece, pratiche comportamentali efficaci per promuovere il coinvolgimento necessario allo sviluppo cognitivo, emotivo e relazionale del bambino.

Un altro elemento fondamentale per supportare il bambino e garantirne il corretto sviluppo e apprendimento è quello di collaborare sia con la famiglia sia con il resto della classe, spiegando ai genitori e ai compagni le specificità della sua situazione e dei suoi bisogni. 

Ovviamente, è importante che anche l’alunno stesso sviluppi una buona consapevolezza del proprio disturbo, di ciò che comporta e degli strumenti che ha a disposizione per farvi fronte: ad esempio, l’insegnante dovrebbe incoraggiare lo studente con DSA ad utilizzare mezzi di supporto quali calcolatrici, computer, registratori e mappe cognitive.

Infine, per far sì che il bambino maturi una buona autostima e un buon senso di autoefficacia, è fondamentale che l’insegnante sostenga gli sforzi dell’alunno, gratificando e valorizzando ogni piccolo successo.

Gli errori da evitare

Come abbiamo visto, la mancata diagnosi o il trattamento scorretto di un DSA possono condurre a gravi problemi di autostima nel bambino, che possono sfociare in tendenze all’evitamento e all’isolamento sociale oppure a problematiche di tipo ansioso.

Per questo motivo, ci sono alcuni errori che devono essere assolutamente evitati, soprattutto in ambiente scolastico.

  1. Rimproverare il bambino con DSA per la sua pigrizia o il suo scarso impegno

Soprattutto nei casi di diagnosi non ancora accertata, può capitare che gli insuccessi del bambino con DSA siano visti dall’insegnante come conseguenza della sua pigrizia o mancanza di interesse. In realtà, chi è affetto da DSA tende a fallire e non raggiungere gli obiettivi di apprendimento prefissati, nonostante si impegni molto.

  1. Pensare che il bambino con DSA sia “stupido” o “ritardato”

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento sono causati da uno sviluppo neurologico atipico che, tuttavia, non influenza in alcun modo lo sviluppo intellettivo e cognitivo: infatti, i bambini con DSA possiedono un Q.I. assolutamente nella norma. 

  1. Aspettarsi che lo studente svolga gli stessi compiti del resto della classe negli stessi tempi

Il bambino con DSA ha, solitamente, bisogno di più tempo per portare a termine un compito correttamente e, in molti casi, può necessitare di strumenti di supporto per raggiungere risultati positivi. Per questo motivo, l’insegnante deve elaborare un Piano Didattico Personalizzato (PDP) che tenga conto delle esigenze specifiche dell’alunno.

  1. Avere aspettative negative rispetto ai risultati raggiungibili dallo studente

Se da un lato non è corretto aspettarsi che uno studente con DSA svolga con facilità gli stessi compiti assegnati al resto della classe, dall’altro lato non è giusto neanche sottovalutarlo e sottostimarne le capacità. È importante che l’alunno si senta sì supportato, ma anche stimolato, spronato a mettersi alla prova e a dare il meglio di sé.

  1. Pensare che i DSA siano causati da blocchi psicologici e relazionali

Un blocco psicologico può nascere come conseguenza di un DSA, ma non ne è mai la causa. Può capitare, ad esempio, che un DSA non trattato in modo efficace possa diventare per il bambino un ostacolo al suo normale sviluppo psicologico, intaccando la sua autostima e alimentando i suoi sensi di colpa e la sua percezione di mancata autoefficacia. La mancanza di autostima induce nel bambino un forte vissuto di frustrazione che può aggravare ulteriormente il problema del disturbo di apprendimento, generando così un circolo vizioso, che rischia di aggravare ancora di più la sua condizione emotivo-relazionale.