I disturbi dell’apprendimento scolastico

I disturbi dell’apprendimento scolastico

Per Disturbi dell’Apprendimento Scolastico si intendono quei disturbi che inficiano sul corretto apprendimento delle materie scolastiche; in questa categoria diagnostica rientrano quattro tipologie di disturbi: la dislessia, la disortografia e la discalculia, anche definite con il nome di DSA.

Per DSA, come per tutti i Disturbi dello Sviluppo, si intende un’alterazione di una particolare funzione, in relazione a un “rischio” di disagio, alla manifestazione di specifici sintomi di sofferenza psicologica, a problematiche di adattamento al contesto.

I Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), nelle loro diverse espressioni, fanno parte della più ampia gamma di Disordini Evolutivi, che possono manifestarsi nelle acquisizione delle abilità linguistiche, nell’apprendimento, nello sviluppo cognitivo. I DSA si caratterizzano per cambiamenti significativi nella manifestazione dei sintomi in relazione all’età, vale a dire che “l’espressività del disturbo si modifica in relazione al livello di compromissione della funzione e all’età.;” ad es., il controllo fonologico nel Disturbo Specifico di Linguaggio di tipo fonetico-fonologico, la tipologia degli errori nei disturbi della lettura, ecc., ma anche la lentezza nell’elaborazione dello stimolo e un ritmo lento di apprendimento.

Le cinque difficoltà nella diagnosi di Disturbi dell’Apprendimento Scolastico

Esistono cinque difficoltà nel porre la diagnosi:

  • In primo luogo c’è la necessità di distinguere i disturbi in questione dalle normali variazioni nel rendimento scolastico, in altri termini c’è da chiedersi se la segnalazione dell’insegnante coglie un momento transitorio di difficoltà, oppure esprime un disagio scolastico da definire;
  • In secondo luogo è necessario prendere in considerazione l’età del soggetto sottoposto a indagine e la fase dello sviluppo in cui si trova;
  • In terzo luogo c’è la difficoltà legata al fatto che le abilità scolastiche devono essere imparate e insegnate: esse non sono semplicemente una funzione della maturazione biologica;
  • In quarto luogo, sebbene i risultati delle ricerche forniscano un sostegno all’ipotesi di anomalie di base nell’elaborazione cognitiva, non esiste una maniera semplice per differenziare nel singolo bambino le anomalie che causano le difficoltà ad esempio di lettura da quelle che derivano o sono associate a scarse capacità di lettura;
  • In quinto luogo, ci sono persistenti incertezze sul modo migliore di suddividere i disturbi evolutivi specifici delle abilità scolastiche. L’eziologia dei disturbi evolutivi specifici delle abilità scolastiche non è nota, ma si suppone che vi sia un intervento significativo di fattori biologici, i quali interagiscono con fattori non biologici come le opportunità di apprendimento e la qualità dell’insegnamento) producendo le manifestazioni “patologiche”.

Gli approcci in Italia

L’Associazione Italiana Dislessia (AID) nel 2006 ha inteso promuovere una Conferenza di Consenso sui Disturbi Specifici di Apprendimento allo scopo di condividere standard clinici nel percorso diagnostico e organizzare in modo coerente gli interventi riabilitativi.

Prima di questo evento, esistevano diverse Linee Guida per la diagnosi predisposte da associazioni (ad es., AIRPA, 2005; AID, 2000) o da società di professionisti (SINPIA, 2006): non sembra comunque che i servizi per l’età evolutiva avessero delle procedure di accertamento clinico uniformi (VIO, Zamperlin e Cornoldi, 2007). Al primo documento di consenso parteciparono 10 associazioni e/o società scientifiche e, in qualità di uditori, i comitati scuola e problematiche sociali dell’AID e la Società di Audiologia e Foniatria. Il lavoro prodotto, pubblicato nel 2009 a cura del comitato promotore, descrive i criteri generali relative a tutte le diagnosi  della categoria dei DSA: dislessia, disortografia, discalculia, disgrafia.

È stato inoltre preso in considerazione il “Disturbo della Comprensione del testo scritto”, per il quale non è stata trovata una precisa categorizzazione diagnostica, ma è stata indicata la possibilità della sua esistenza come Disturbo Specifico per il quale tuttavia si rendono necessarie ulteriori evidenze scientifiche. Il documento di intesa finale (PARCC, 2011) riporta le raccomandazioni cliniche elaborate  dal gruppo di lavoro multidisciplinare. E’ il risultato di un percorso di confronto tra gruppi esperti e rappresenta una sintesi condivisa allo stato attuale delle conoscenze scientifiche. Il PARCC si è inoltre fatto promotore (aprile  2008) presso il Sistema Nazionale Linee Guida di una richiesta per la produzione di linee guida da parte dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS). La domanda, presentata il 26 marzo 2008, e poi accolta, è stata all’origine di una nuova Consensus Conference celebrata a Roma il 6 7 dicembre 2010, a cura dell’Istituto Superiore della Sanità.

Quali interventi sono utili nei DSA?

Importante quando si parla di DSA intervenire con strumenti efficienti che prevedano tecniche didattiche di supporto come afferma e consente la legge 107/10, nello specifico è fondamentale:

  • potenziare le competenze fonologiche;
  • allenare le capacità metafonologiche;
  • lavorare sulle competenze lessicali;
  • potenziare le competenze semantiche;
  • aiutare lo studente sulla pianificazione;
  • fornire un PDP (piano didattico personalizzato);
  • utilizzare strumenti compensativi.

                                                     di Simona Sartoretto, O. S. A. e Tutor DSA