DSA: Come intervenire prima della certificazione?

DSA: Come intervenire prima della certificazione?

Secondo l’ultima rilevazione pubblicata dal Ministero, il numero dei casi diagnosticati di DSA è pari al 3,2% dell’intera popolazione scolastica (l’1,96% nella scuola primaria), con un costante e significativo aumento delle certificazioni nel corso degli ultimi otto anni, (Miur, i principali dati relativi agli alunni con DSA- A.S 2020/2021).

Il tasso di crescita in relazione ai diversi disturbi è il seguente: 160,5 % per la discalculia, 149,3 % per la disortografia, 88,7 % per la dislessia, che rimane però il disturbo più diffuso in assoluto. 

Si possono verificare i prerequisiti dell’apprendimento già nella scuola dell’infanzia?

L’apprendimento nella scuola dell’infanzia è un ambito ancora in fase di esplorazione, per quanto sia ormai riconosciuto che i prerequisiti dell’apprendimento siano fondamentali nel percorso scolastico di ogni bambino, in quanto, forniscono la base su cui si fonderanno gli apprendimenti formali.

In linea con queste osservazioni, nelle Linee guida annesse al DM 12 Luglio (Legge 170/210) si sottolinea l’importanza dell’individuazione precoce di fattori di rischio di disturbi dell’apprendimento nella scuola dell’infanzia e lo sviluppo di interventi precoci di potenziamento.

La scelta di prendere in esame questo argomento deriva quindi dall’interesse nel riuscire a riconoscere il prima possibile le difficoltà dei bambini, quindi già nella scuola dell’infanzia.

Il lavoro di individuazione precoce dei soggetti che possono essere definiti “a rischio”, permette di intervenire d’anticipo e in modo adeguato e ridurre, in tal modo, anche l’impatto e il disagio che le difficoltà scolastiche possono produrre nell’età successive.

Riuscire a riconoscere precocemente un problema ha una finalità di limitare la probabilità di un insuccesso scolastico del bambino, con la possibilità anche di avviare quanto prima interventi di tipo educativo definiti e specifici (Bonifacci e Tobia, 2017).

Uno strumento utile nell’individuazione dei DSA potrebbe essere l’utilizzo di questionari osservativi somministrati a genitori e  insegnanti, sono pochi però gli studi che indagano l’effettiva capacità predittiva di tali strumenti, cioè la loro efficacia nel predire le competenze del bambino a partire dalla raccolta di queste osservazioni.

Cosa succede negli alunni di scuola primaria?

In genere una certificazione vera e propria non avviene prima del secondo anno di scuola primaria, ad esempio è il caso della dislessia che si può certificare soltanto alla fine della classe seconda, ma diversi indicatori di rischio si manifestano precocemente: difficoltà di copiare alla lavagna, incapacità di contenere la grafia all’interno della riga o del quadretto, mancata separazione delle parole, errori nella conversione associazione fonema-grafema, scritture speculari, scarsa consapevolezza fonologica, lentezza nel memorizzare sequenze di informazioni, possono essere- nelle prime fasi del percorso scolastico- comuni a molti bambini.

Ciò che differenzia un bambino da un altro con disturbi dell’apprendimento sono la persistenza e la variabilità degli errori, che tendono a rimanere nonostante l’esercizio. Poiché “la difficoltà di apprendimento è espressione di una neurodiversità che è presente fin dalla nascita”, il compito della scuola non è di evitare che il disturbo si manifesti, ma di ridurne gli effetti sugli apprendimenti, attraverso l’individuazione delle difficoltà manifestate dagli alunni e la messa in atto, già nel periodo precedente alla diagnosi, di specifici interventi mirati.

In concreto, quali sono gli interventi mirati?

In particolare per effettuare un’osservazione significativa è necessario avviare una serie di interventi che aiuteranno sia il bambino, sia le insegnanti ad agire  in maniera efficace prima della diagnosi vera e propria:

  • Somministrare i test per lo screening sin dal primo anno di scolarità: gli esiti non costituiscono una diagnosi, ma consentono i individuare precocemente le prestazioni atipiche meritevoli di valutazioni diagnostiche;
  • Valutare i livelli di concettualizzazione della lingua scritta: verificare se scritture scorrette siano frutto di difficoltà di memorizzare le associazioni fonema-grafema o dell’idea che la parola scritta sia una sorta di disegno del referente, sarà dirimente rispetto al cosa e al come insegnare a leggere e scrivere;
  • Allenare le capacità metafonologiche attraverso esercitazioni brevi e frequenti: come tutte le abilità, anche queste si acquisiscono attraverso l’allenamento, che risulterà efficace se le attività saranno ripetute in modo intensivo; pochi minuti ripetuti più volte alla settimana;
  • Graduare la complessità del materiale linguistico oggetto di esercitazione: la facilità di lettoscrittura delle parole dipende dalla loro lunghezza e complessità ortografica;
  • Potenziare la memoria fonologica: analisi e segmentazione fonemica;
  • Lavorare sulle competenze lessicali (lettura e scrittura dei numeri), competenze semantiche (rappresentazione rapporto numeri-quantità), competenze sintattiche (comprensione del valore posizionale delle cifre).

 

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Linee guida per i DSA

 

di Simona Sartoretto