I Disturbi Specifici Dell’Apprendimento e il ruolo della scuola

I Disturbi Specifici Dell’Apprendimento e il ruolo della scuola

Un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) riguarda una difficoltà di apprendimento e di utilizzo di specifiche abilità di lettura, ortografia, scrittura, e/o aritmetica. Dalle stime effettuate si evidenzia  che questo disturbo interessa tra il 5% al 15% tra i bambini e giovani di tutto il mondo (Grigorenko et al.; 2020), mentre l’ultimo rapporto MIUR (2019) indica che nelle scuole primarie italiane i bambini e i ragazzi che hanno una diagnosi di DSA sono il 3,2%, con importanti variazioni tra una regione e l’altra. L’origine neurobiologica dei DSA non ha ancora trovato una causa univoca, i ricercatori concordano sul fatto che alcuni elementi genetici e costituzionali predominanti possono determinare piccole ma significative anomalie nei siti cerebrali coinvolti nell’ organizzazione delle funzioni cognitive richieste nelle attività di lettura, scrittura, calcolo (Spafford e Grosser, 1993), è importante sottolineare che la manifestazione di un disturbo neurobiologico viene sia mediata che modulata da fattori ambientali, che possono favorire o ostacolare l’acquisizione di una specifica abilità, come sottolineato ad esempio nel modello multifattoriale di Pennington (2008). 

Esiste uno sviluppo atipico delle strutture cerebrali?

Per definizione, i DSA non sono dovuti a bassa intelligenza, mancanza di motivazione, istruzione inadeguata, deficit uditivi o visivi, svantaggi culturali o altri fattori esterni; sono piuttosto associati ad una condizione genetica e neurobiologica caratterizzata da uno sviluppo atipico delle strutture cerebrali e/o funzioni cognitive associate agli apprendimenti di base (Griffin e Pollak,2009). Nonostante le diagnosi di DSA in italia sembrano essere notevolmente sottostimate rispetto all’incidenza epidemiologica del disturbo (Barbiero et al.; 2012), avere un alunno con DSA è ormai un’esperienza ordinaria nel sistema scolastico e questi disturbi rappresentano una questione centrale nell’attuale sistema educativo e sanitario in termini di diagnosi, trattamento e sviluppo dell’apprendimento attraverso i corretti metodi educativi. Gli studi sono aumentati parallelamente al crescente bisogno dei sistemi educativi e delle istituzioni di nuovi metodi di valutazione, procedure di lavoro, e modelli di intervento adatti a dirigere gli sforzi educativi e di apprendimento o di riabilitare funzioni cognitive in questi soggetti con sviluppo atipico (Morlini, Stella e Scorza, 2015).

Come interviene il sistema educativo italiano?

Il sistema educativo italiano non riconosceva ufficialmente gli studenti con difficoltà di apprendimento fino a tempi molto recenti. La legge 170/2010 ha riconosciuto la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia come DSA. La legge segna un’eccezione  in ambito europeo e probabilmente nel mondo , in quanto garantisce l’equità dei diritti e delle politiche per gli studenti con DSA. La legge 170/2010 distingue l’Italia dalla legislazione della maggior parte degli altri paesi e tende ad avere un insieme più vasto di norme riguardanti la   protezione di persone con disabilità.

Quale e’ la posizione degli insegnanti?

Negli ultimi anni, nei Paesi occidentali si sono sviluppate convinzioni e atteggiamenti degli insegnanti relativi al lavoro con studenti DSA che possono essere fondamentali per plasmare corrette pratiche educative; tuttavia, le loro convinzioni e atteggiamenti differiscono a seconda dei contesti politici e geografici e possono essere influenzati da circostanze contestuali specifiche. Uno studio di Cornoldi e colleghi (2018) ha esaminato queste differenze confrontando le credenze e gli atteggiamenti di 557 insegnanti di scuole primarie di tre Paesi (Italia, Spagna, Stati Uniti). I risultati di questo studio fanno emergere che in generale, gli insegnanti di queste aree siano sufficientemente bene informati sulle caratteristiche degli studenti con DSA e siano a favore delle politiche a sostegno dei bisogni di questi studenti. Tuttavia emergono differenze tra i paesi, per gli insegnanti italiani l’influenza delle emozioni e del metodo didattico sull’eziologia dei DSA era più rilevante, in confronto a quanto sostenuto da insegnanti americani, altre differenze sono state riscontrate nel ruolo assegnato agli insegnanti di cattedra e a quelli specializzati nella gestione degli studenti DSA: gli insegnanti di classe italiani non sembrano sentire meno la responsabilità di dovere rispondere ai bisogni dello studente DSA, probabilmente grazie alla politica inclusiva da anni presente nella scuola italiana. Emerge però l’importanza di essere affiancati da personale specializzato e del ruolo che l’insegnante di sostegno (presente in classe per studenti con disabilità) può avere nel supportare la quotidianità in classe.

Per approfondire l’argomento: