Le relazioni sociali nei ragazzi con ADHD

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Le relazioni sociali nei ragazzi con ADHD

Il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) è la classificazione diagnostica utilizzata per descrivere una popolazione eterogenea di individui che presentano difficoltà legate alla disattenzione, all’iperattività e all’impulsività (Cornoldi., 2012).

È un disturbo evolutivo dell’autoregolazione del comportamento di origine neurobiologica che interferisce con il normale funzionamento e lo sviluppo del bambino. Nei bambini e negli adolescenti, insieme ai sintomi centrali (disattenzione, iperattività e impulsività) si possono manifestare altre difficoltà che riguardano l’aspetto relazionale, l’apprendimento scolastico, la motivazione e la regolazione delle emozioni (Salviato, Mammarella e Cornoldi, 2019).

Molti ragazzi con ADHD mostrano difficoltà rilevanti nell’ambito delle relazioni interpersonali: subiscono rifiuto da parte dei pari, mancanza di amicizie reciproche, vittimizzazione e bullismo; e mettono in pratica comportamenti sociali inadeguati: sono intrusivi, disturbanti e aggressivi (McQuade e Hoza, 2015).

Il DSM-5 riconosce questi problemi come una caratteristica predominante del disturbo, includendo tra i criteri diagnostici diversi sintomi, per esempio la difficoltà nel mantenere l’attenzione sulle attività di gioco e durante una conversazione, il non ascoltare gli altri, l’incapacità di giocare tranquillamente, la difficoltà ad attendere il proprio turno, l’interrompere frequentemente gli altri mentre parlano o l’essere invadente nei loro confronti (APA, 2013).

Il deficit sociale

Gresham (1997) ha elaborato un modello della competenza sociale secondo cui esistono due livelli di deficit: deficit di acquisizione della competenza sociale e deficit della performance sociale. I bambini con un  deficit di acquisizione non possiedono le abilità sociali nel loro repertorio comportamentale. I bambini con deficit di performance possiedono le abilità sociali adeguate ma non riescono ad applicarle in specifiche situazioni che le richiederebbero. Per quanto riguarda i bambini con ADHD, indagini recenti hanno validato la teoria secondo cui il deficit sociale non riguarda una mancanza di conoscenza delle abilità, evidenziando invece che il deficit è di tipo prestazionale: i bambini con ADHD possiedono le abilità sociali ma non sono in grado di applicarle in modo appropriato in base al livello di sviluppo (de Boo e Prins, 2007).

Cause del deficit nelle abilità sociali

Diversi studi hanno indagato le possibili cause delle difficoltà di performance sociali nei giovani con ADHD che ad oggi non sono ancora del tutto stabilite.

Secondo McQuade e Hoza (2015), il deficit sociale legato alla performance potrebbe essere il risultato di deficit cognitivi che includono l’elaborazione delle informazioni sociali non adeguata, la disregolazione delle emozioni (in particolare il mancato riconoscimento emotivo) e la sovrastima della propria competenza sociale. I bambini con ADHD hanno maggiore difficoltà a integrare  e organizzare i segnali sociali coerentemente e tendono a basare la loro interpretazione delle esperienze sociali sulle esperienze più recenti di tipo relazionale.

La disregolazione delle emozioni e l’impulsività emotiva sono delle componenti centrali  dell’ADHD alcuni studi evidenziano che la frustrazione, l’impazienza, la rabbia, l’ostilità sono predominanti  nella regolazione emotiva nell’ADHD. Tutte queste caratteristiche fanno si che possano esserci delle conseguenze nella perdita di informazioni sociali rilevanti e nel rispondere in modo non pertinente alle situazioni relazionali (McQuade e Hoza, 2015).

Il rapport con i pari

I bambini e gli adolescenti con ADHD sono spesso rifiutati dai coetanei perché ritenuti intrusivi e fastidiosi (Barkley, 2015). Uno studio di Hoza (2007) ha rilevato che i bambini con ADHD non accettati dal gruppo sono tra il 50% e l’80%. Il rifiuto dei pari è una delle componenti del deficit sociale nell’ADHD tra le più gravi e difficilmente trattabili (Hoza, 2007) ed è un  indicatore critico per successivi disadattamenti (Mikami e Hinshaw, 2006).

Sembrerebbe inoltre che gli individui con ADHD non sempre si rendano conto di questo rifiuto, probabilmente per la percezione non realistica del proprio comportamento (PIB). Infatti i ragazzi con ADHD valutano le proprie prestazioni sociali in modo favorevole anche dopo un fallimento palese. Ciò suggerisce che la mancanza di comprensione  e la scarsa percezione sociale  probabilmente compromette la loro capacità di selezionare coloro che provano simpatia per loro, ritendo amici coloro che in realtà non contraccambiano sentimenti amicali (Hoza, 2005).

Gli interventi per migliorare le abilità sociali

Diversi studi hanno evidenziato che i trattamenti farmacologici e comportamentali sui sintomi centrali dell’ ADHD (disattenzione, iperattività e impulsività) comportano generalmente pochi miglioramenti nelle abilità sociali e nelle relazioni con i pari, in particolare sul lungo termine.

Di conseguenza, a partire dagli anni  Novanta, sono stati elaborati i social skills training (SST) che si sono dimostrati efficaci per quanto riguarda il miglioramento dei comportamenti sociali nel contesto clinico ma non  rispetto al cambiamento del giudizio negativo dei pari verso il bambino con ADHD (Mikami, 2015).

Il SST comporta nel dare delle istruzioni da parte di un professionista a un bambino per guidarlo nell’esecuzione di comportamenti prosociali, nella comprensione degli stati emotivi dei coetanei, nell’elaborazione di soluzioni funzionali rispetto ai problemi sociali o per modificare le sue credenze errate (Mikami, 2015). Il training tradizionale applicato all’ ADHD inizialmente coinvolgeva solo il bambino con ADHD, successivamente molti clinici hanno preferito lavorare con un gruppo con il quale il bambino può sperimentare le abilità sociali per favorire la generalizzazione. Il SST tradizionale non coinvolge invece genitori e insegnanti, o li coinvolge marginalmente (Mikami, 2015).

di Simona Sartoretto, O. S. A. e Tutor DSA