POTENZIALITA’ DEI BAMBINI CON DSA: L’IMPORTANZA DI ALIMENTARE IL PENSIERO CREATIVO

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POTENZIALITA’ DEI BAMBINI CON DSA: L’IMPORTANZA DI ALIMENTARE IL PENSIERO CREATIVO

L’errore più grande che si possa commettere quando si parla di Disturbi e Difficoltà di Apprendimento è soffermarsi in modo esclusivo sulle difficoltà incontrate dal bambino. La domanda giusta da porsi, invece, dovrebbe essere: quali sono le sue potenzialità?

È molto importante, infatti, chiedersi in cosa il bambino sia realmente bravo e, soprattutto, quali sono le modalità mediante le quali possa raggiungere in modo funzionale e soddisfacente i propri obiettivi.

Il bambino non è un contenitore vuoto da riempire con nozioni e conoscenze, ma uno scrigno contenente un tesoro dall’inestimabile valore. Emerge, dunque, la grandissima responsabilità per chi si occupa della presa in carico dei bambini con DSA: imparare ad adoperare bene questo tesoro, accrescendone il valore.

Questo è possibile nel momento in cui l’insegnante, il genitore o il tutor dell’apprendimento riescano a strutturare interventi mirati atti a creare le condizioni favorevoli per far emergere le reali capacità del bambino. 

 

 

Si sente spesso parlare della grande creatività che contraddistingue i DSA, in particolar modo per ciò che concerne i bambini con dislessia. Il nostro obiettivo è quello di capire quanto di vero ci sia in questa affermazione.

Partiamo, anzitutto, dal concetto di creatività: a cosa ci riferiamo quando diciamo che un individuo è creativo? Nella concezione comune la creatività è vista come una sorta di capacità enigmatica, alla portata esclusiva di persone fuori dalla media o di particolare intelligenza.

Dal punto di vista della psicologia, numerosi sono stati gli autori che hanno tentato di dare una definizione specifica, studiando questa capacità da un punto di vista sperimentale. Ad esempio, Wertheimer ha parlato di “pensiero produttivo”, Guilford ed Edward hanno parlato rispettivamente di “pensiero divergente” e “pensiero alternativo”.

Anche se definita in modo diverso, il punto in comune è questo: la creatività è quella capacità che consente di pensare in modo differente, alternativo, fuori dagli schemi.
Ben comprendiamo, dunque, come la creatività non possa essere prerogativa di persone speciali, ma è parte integrante della natura umana, indipendentemente dall’educazione dell’individuo, dalla sua cultura e dal genere ed è di fondamentale importanza coltivarla per una crescita armoniosa, per l’equilibrio mentale e per la salute psicofisica (Manciocchi, 2012).

Pertanto, se da un lato è vero che la creatività è una caratteristica comune di tutti gli esseri umani, dall’altro è altrettanto vero che in alcuni individui essa si manifesti e si sviluppi in modo sorprendente.Questo sembra essere esattamente il caso degli individui con DSA.

Le ragioni per le quali le persone con Disturbi Specifici dell’Apprendimento sembrano possedere una creatività così sviluppata sono ancora oggetto di studio: una delle ipotesi più accreditate si riferisce al fatto che, avendo delle difficoltà nell’acquisizione delle abilità strumentali di lettura, scrittura e calcolo, i bambini siano “spinti” ad utilizzare modalità di pensiero alternative per far fronte alle innumerevoli richieste dell’ambiente scolastico, nel tentativo di compensare il più possibile le proprie carenze.

La capacità di trovare soluzioni e strategie alternative, la fantasia, la risoluzione dei problemi adottando modalità differenti, così come lo sviluppo dell’immaginazione visuo-spaziale, sono alla base di quello che è stato definito da De Bono (1969) “pensiero laterale”. 

Questo punto ci fa capire una cosa molto importante: la creatività è una capacità da sviluppare e allenare, non semplicemente un dono innato riservato a pochi privilegiati. E’ molto importante, dunque, che il sistema scolastico promuova una serie di metodi e strumenti per incrementare e promuovere la creatività e trovare lo stile di apprendimento più adatto alle capacità degli alunni.

In sintesi, le parole chiave quando si parla di individui con DSA sono “alimentare”, “sviluppare”, “accrescere” le potenzialità e lo spirito creativo, strutturando percorsi formativi che non mirino più a un sostegno passivo e assistenziale, ma che siano capaci di edificare e costruire metodologie di insegnamento dinamicamente adattate alle attitudini degli studenti. L’obiettivo da perseguire è questo: una reale integrazione tra nutrire il pensiero creativo e acquisire le competenze scolastiche fondamentali da un lato, e sviluppare e sostenre le capacità comunicative e socio-relazionali dall’altro, con lo scopo di creare un clima cooperativo che renda l’apprendimento realmente piacevole ed efficace.

Per chi volesse approfondire l’argomento sul rapporto tra DSA e creatività, si consiglia la lettura dei seguenti testi:

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Grenci, R., Zanoni, D. (2015). Storie di straordinaria dislessia. 15 dislessici famosi raccontati ai ragazzi. Edizioni Centro Studi Erickson

Grenci, R. (2015). Le aquile sono nate per volare. Il genio creativo nei bambini dislessici. Edizioni Centro Studi Erickson

Jesi, C. (2017). 

A cura della Dott.ssa M. Rosaria Mottola, Psicologa Esperta in Neuropsicologia Clinica dell’Età Evolutiva, dell’Adulto e dell’Anziano

Bibliografia 

Manciocchi, M. (2012). Antigone e le trame della psiche. Roma: Edizioni Scientifiche Ma.Gi. srl.

De Bono, E. (1969). Il pensiero laterale. Milano: Rizzoli.

Cavallin, F. (2015). Creatività, pensiero creativo e metodo. Padova: Libreria Universitaria.


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