COS’E’ IL PDP?
Il PDP è un documento articolato composto da più sezioni, dove vanno inserite tutte le informazioni relative all’alunno. Nello specifico le competenze sulle sue abilità di scrittura, di lettura e calcolo. Oltre a ciò, se necessari sono aggiunti anche gli strumenti compensativi e le misure dispensative da adottare.
Il PDP in genere è utilizzato quando uno studente presenta una difficoltà nell’ambito dell’apprendimento. In alcuni casi la scuola redige il PDP anche in attesa di una certificazione, questo perché si vuole aiutare l’alunno negli apprendimenti.
COME SI ATTUA IL PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO (PDP) ?
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Il percorso personalizzato è “redatto in un Piano Didattico Personalizzato (PDP), che ha lo scopo di definire, monitorare e documentare – secondo un’elaborazione collegiale, corresponsabile e partecipata – le strategie di intervento più idonee e i criteri di valutazione degli apprendimenti” (C.M n. 8 del 6/3/2013). Pertanto ogni scuola dovrà inserire nel proprio PTOF (Piano Triennale dell’Offerta Formativa) un modello di Piano Didattico Personalizzato (PDP), condiviso e contestualizzato. In quest’ultimo si “scrive” tutto ciò che “si mette in atto” per lo studente nel suo agire quotidiano: strategie, metodologie didattiche, strumenti, criteri di valutazione ecc.; sulla base sia delle informazioni diagnostiche, quando sono presenti, sia delle osservazioni dei docenti, dell’allievo stesso e della sua famiglia.
IL PDP va compilato:
- All’inizio di ogni anno scolastico, entro il primo trimestre, per gli studenti già segnalati (aggiornamento);
- In qualsiasi momento dell’anno, in seguito alla presentazione di una diagnosi specialistica da parte della famiglia a scuola iniziata (entro tre mesi) o quando il consiglio di classe ritiene ci siano le condizioni previste per gli studenti di terza fascia (svantaggio socioeconomico, culturale, linguistico).
Il PDP va firmato da tutti: genitori, insegnanti e dirigente, nonché dall’allievo, anche se minorenne, al fine di responsabilizzarlo. Certamente dal punto legale la sua firma non avrà valore, ma ciò lo aiuterà a prendersi la responsabilità di ciò che farà o non farà nell’arco dell’anno, secondo le istanze del “patto formativo”. Va sottolineato che questo documento non deve essere visto dai docenti come una semplice raccolta di dati, da inserire in un prestampato, che rende ulteriormente gravosa la parte burocratica presente nella scuola e sembra allontanare dalla didattica, bensì come uno strumento di lavoro che permette di raggiungere la vera inclusione e portare al successo scolastico e, prima di tutto, personale dei propri allievi.
LE COMPETENZE, IL PDP, E I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
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Una delle finalità prioritarie della nuova scuola è la formazione di alunni “competenti”, cioè capaci di mobilitare autonomamente le proprie risorse e di saper agire in risposta a determinate situazioni in una serie differenziata di contesti sia scolastici sia appartenenti al mondo reale.
Nell’esercitare una competenza infatti l’allievo è chiamato a fare intervenire le sue risorse in termini di conoscenze, abilità cognitive, abilità pratiche, capacità, attitudini, responsabilità, motivazioni personali e sociali.
I nuovi ambienti educativi devono assicurare il raggiungimento degli obiettivi a tutti gli alunni, anche e soprattutto a quelli che, a causa di una qualche difficoltà di apprendimento, manifestino BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI (BES). Gli insegnanti, nelle classi in cui siano presenti uno o più di questi allievi, sono tenuti, nell’ottica di una didattica sempre più inclusiva, a realizzare adeguati PDP , individuali o per gruppi di alunni. Secondo le disposizioni contenute negli attinenti documenti ministeriali, tra i quali il DM 12 Luglio 2011 Linee guida per il Diritto allo Studio degli Alunni e degli studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento, la Direttiva Ministeriale del 27/12/2012 Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e l’organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica e la relativa Circolare Ministeriale n. 8 del 6 marzo 2013.
Inoltre le ultime normative forniscono indicazioni organizzative e orientamenti didattici circa l’inclusione scolastica di tutti gli alunni in situazione di tutti gli alunni in condizioni di difficoltà, sia per continuità, sia per determinati periodi, che sia riconducibile a una delle macroaree dei BES: disabilità; disturbi evolutivi specifici ,tra cui i Disturbi Specifici di Apprendimento(DSA).
IL PDP NON E’ IL PEI
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Non si devono confondere le sigle PEI e PDP. Esse nascono da due leggi diverse e si rivolgono a studenti con bisogni differenti tra loro. Il PEI nasce dalla L. 104/1992, mentre il PDP dalla L.170/2010.
Il PEI (PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO):
- è un piano di studi che deve essere concordato tra insegnanti e famiglia;
- può prevedere il raggiungimento degli obiettivi diversificati;
- nel caso in cui si concretizzi una programmazione diversa, il titolo di studio può non avere valore legale nella scuola superiore, ma essere una certificazione di competenze.