L’apprendimento delle lingue straniere negli alunni con DSA

L’apprendimento delle lingue straniere negli alunni con DSA

L’insegnamento delle lingue straniere ad alunni con DSA (disturbi specifici dell’apprendimento) e BES (bisogni educativi speciali) è un tema che sta molto a cuore ai docenti che necessitano di materiali utili e specificatamente progettati per questi studenti.

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L’approccio alla lingua straniera sembra creare maggiori difficoltà soprattutto perché il canale utilizzato che maggiormente riguarda quello visivo-verbale (quello cioè che passa attraverso la letto-scrittura) sembra risultare particolarmente difficile. I DSA,  infatti , non solo preferiscono stili di apprendimento basati sul canale visivo non verbale, uditivo e cinestesico ma si dimostrano molto abili nel loro impiego. Nella classe di lingue straniere gli alunni sono chiamati ad esercitare differenti abilità e il compito/preoccupazione del docente è fornire  loro la maggior varietà possibile di attività per mantenere viva  la motivazione ad apprendere. 

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La comunicazione, il linguaggio e le lingue

Tutti gli esseri viventi sono spinti alla comunicazione, ossia all’uso di particolari codici, semplici o complessi, per scambiarsi informazioni. La comunicazione può avvenire utilizzando un codice verbale (una lingua) o un codice non verbale (gesti, movimenti, simboli) , in genere all’interno della scuola si utilizzano materiali didattici volti ad una piena integrazione e realizzazione per l’adeguamento degli obiettivi curricolari attraverso gli strumenti di una didattica personalizzata che viene utilizzata anche quando vengono insegnate le lingue straniere, l’obiettivo di tale didattica è quello di utilizzare diverse strategie tra cui:

  • Sostituzione: l’obiettivo curricolare non viene semplificato, ci si concentra sulla sua accessibilità mediante l’impiego di altri codici o altre modalità di input/output, ovvero ascolto/comprensione e risposta/produzione;
  • Facilitazione: l’obiettivo non è diversificato, ma si stimola, mediante l’uso di tecnologie motivanti (LIM, software etc:) e contesti stimolanti e partecipativi (cooperative learning, tutoring, laboratori) ;
  • Semplificazione: l’obiettivo rispetto al resto della classe è semplificato in merito a comprensione, elaborazione, risposta;
  • Scomposizione: l’obiettivo viene semplificato o modificato per renderlo più accessibile. Viene prestata maggiore attenzione ai processi cognitivi più che all’aspetto nozionistico;
  • Partecipazione: l’obiettivo è più sociale che cognitivo, si mira a far partecipare l’alunno a momenti significativi dell’attività della classe, per rafforzare la coesione del gruppo, facilitare l’interazione, l’inclusione, le relazioni, la comunicazione.

Cos’è il quadro comune europeo?

Si tratta di un documento emanato dal Consiglio d’ Europa nel 2001 al fine di promuovere il plurilinguismo negli Stati membri, aumentare la consapevolezza dei processi di apprendimento e insegnamento delle lingue straniere e creare un codice comune tra gli operatori per facilitare la comunicazione secondo criteri di coerenza, trasparenza e onnicomprensività. La parte più rilevante del Quadro è sicuramente la scala di competenza su 3 livelli (A, B, C) organizzati in:

A1 Contatto

A2 Sopravvivenza

B1 Soglia

B2 Progresso

C1 Efficacia

C2 Padronanza

Quando si apprende una lingua il criterio da rispettare è proprio questo rappresentato dal Quadro Comune Europeo e anche all’interno delle scuole  l’insegnamento della lingua straniera rispetta questo ordine.

Cosa succede quando si incontrano alunni DSA

All’inizio della scuola primaria è compito del docente far sì che i propri studenti imparino divertendosi, svolgendo compiti piacevoli e in linea con l’età, spesso con gli alunni DSA poiché il decodificare il linguaggio scritto e parlato delle lingue straniere risulta particolarmente ostico, l’insegnante dovrebbe mantenere un buon livello di sistematicità della propria didattica , con un livello crescente di attività sulle aree lessicali e le strutture fondamentali della lingua con una certa gradualità. Nell’apprendere le lingue, alcuni studenti prediligono le  immagini mentali, pertanto tendono a rappresentarsi visivamente parole ed espressioni associandole a oggetti, azioni concrete  o situazioni, altri invece memorizzano chunks ossia blocchetti ”  linguistici a partire dalle loro caratteristiche fonetiche o grafiche, il docente potrebbe  analizzare gli stili cognitivi e di apprendimento dei propri alunni e promuovere in base a questi attività diversificate. Un’attività rilevante da utilizzare con gli alunni DSA viene messa in evidenza dalle indicazioni Nazionali che includono la metacognizione come pratica importante nel capire il grado di apprendimento personale:

“…La riflessione potrà essere  volta inoltre a sviluppare capacità di autovalutazione e consapevolezza di come si impara”. 

Inoltre con  l’osservazione,  il comprendere i ritmi dell’apprendimento, capire le motivazioni e i bisogni comunicativi, si potranno attivare scelte metodologiche realmente efficaci.

di Simona Sartoretto