Bionic Reading: cos’è e come facilita la lettura
Con l’avvento e la diffusione di tecnologie informatiche, device e software sempre più sofisticati, negli ultimi anni la ricerca sulla dislessia e sulle strategie di trattamento più efficaci ha iniziato a includere sistemi e metodi sempre più innovativi per facilitare la velocità e l’accuratezza di lettura: uno tra i più recenti e affascinanti è il “Bionic Reading” (letteralmente: “lettura bionica”).
Cos’è il Bionic Reading
Il Bionic Reading è un particolare sistema di visualizzazione del testo, ideato dal designer tipografico svizzero Renato Casutt, che consiste nell’evidenziazione (tramite grassetto) delle prime lettere che compongono ciascuna parola. Un esempio di Bionic Reading è quello riportato nell’immagine qui di seguito, rilasciata dal team di sviluppo per fornire una dimostrazione pratica di come funzione questo innovativo sistema.
Come illustrato anche sul sito ufficiale dello strumento, il motivo per cui il Bionic Reading sembrerebbe facilitare la lettura risiede nella presenza di punti di fissazione “artificiali” che guidano l’occhio del lettore.
Ciò che avviene quando un lettore (dislessico o meno) si trova di fronte ad un testo, infatti, è un complesso processo di decodifica dei simboli che compongono ciascuna parola, associazione della singola parola al suo possibile significato e interpretazione del senso generale della frase.
Ovviamente, nel caso di persone con dislessia, questo processo risulta ancora più complesso e pieno di ostacoli, che possono però essere ridotti e minimizzati grazie ad alcuni accorgimenti riguardanti lo stile grafico del testo. Esistono, ad esempio, dei font specifici realizzati per persone dislessiche oppure delle linee guida e “buone pratiche” su quali font e stili sia meglio utilizzare: i sans serif (es: Helvetica, Arial, Calibri) sono da preferire ai serif (es: Times New Roman, Baskerville), la distanza tra le singole lettere che compongono una frase dev’essere sufficiente (sono da evitare, quindi, font che prevedono una “compressione” orizzontale dei caratteri), e così via.
La lettura bionica permetterebbe, quindi, di “aggirare” alcuni degli ostacoli che le persone con dislessia o problemi legati all’attenzione visuo-spaziale si trovano a dover affrontare durante la lettura come, ad esempio, la difficoltà nel tenere il segno della frase sul rigo o la sensazione di “affollamento” delle lettere sulla pagina.
Come (e quanto) funziona il Bionic Reading
Spingendo il lettore a concentrare l’attenzione su dei punti di fissazione artificiali focalizzati all’inizio della parola, la lettura bionica fornisce una sorta di “navigatore” per il lettore, guidandolo da un punto all’altro per tutta la durata del testo.
La scelta di evidenziare solamente l’inizio della parola non è casuale: in molti casi, infatti, il cervello umano “auto-completa” le parole che legge, confrontandole automaticamente con le rappresentazioni mentali che quella specifica combinazione di lettere ha nel suo vocabolario e iniziando a creare un’associazione di significato ancor prima di aver terminato la lettura.
I primi studi condotti su persone con dislessia hanno mostrato come, effettivamente, l’utilizzo del Bionic Reading renda in molti casi la comprensione di un testo più agevole ed efficace già dopo una sola lettura. Inoltre, la notizia di questo nuovo sistema si è diffusa rapidamente e ha immediatamente sollevato l’attenzione di molte persone dislessiche, che hanno provato a utilizzare il Bionic Reading nella propria vita quotidiana e hanno affermato (online e sui social) di aver sperimentato gli stessi benefici.
Inoltre, i vantaggi del Bionic Reading non coinvolgono soltanto coloro che manifestano difficoltà nella lettura, ma anche le persone che vogliono semplicemente migliorare la propria velocità o comprensione dei testi, assorbendo quanti più concetti nel minor tempo possibile (ad esempio, per essere più produttivi ed efficienti sul lavoro o nello studio).
Tuttavia, i dati scientifici sull’efficacia di questo sistema di lettura sono ancora scarsi ed è, certamente, necessario condurre ulteriori studi sperimentali prima di gridare al miracolo. Nel frattempo, è comunque possibile farsi un’idea in prima persona di come (e quanto) funzioni il Bionic Reading, grazie al tool gratuito messo a disposizione dal team di sviluppo che consente di trasformare qualsiasi testo, documento o pagina web in un testo “bionico”.
Non solo Lettura Bionica
Come accennato in precedenza, il Bionic Reading non è l’unico sistema di lettura facilitata che si basa sull’uso di strumenti tecnologici per la realizzazione e conversione di un testo.
Nel 2010, a Torino nasceva Easy Reading Font, un carattere tipografico nato come strumento compensativo per i lettori con dislessia. Si tratta di un font ad alta leggibilità composto da 811 glifi tra lettere, numeri, accenti, simboli, e punteggiatura, e caratterizzato, oltre che dal tratto essenziale, da un’ampia spaziatura tra le lettere, tra le parole e tra le righe di testo, che contratta l’effetto “affollamento” e aiuta il lettore a tenere il segno sul rigo e all’interno della pagina.
Inoltre, è un font ibrido, in cui alcuni glifi sono disegnati come serif (ossia con le cosiddette “grazie”) mentre altri sans-serif (“senza grazie”). In questo modo, il font distingue maggiormente le lettere simili per forma (es: la ‘d’, la ‘p’, la ‘q’ e la ‘b’), poiché per ogni lettera è adottato uno stile grafico differente.