Le prove di verifica per gli alunni con BES: linee guida
Nelle linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento allegate al decreto ministeriale n.5669 del 2011 si afferma che:
“La valutazione deve concretizzarsi in una prassi che espliciti concretamente le modalità di differenziazione a seconda della disciplina e del tipo di compito,discriminando fra ciò che è espressione diretta del disturbo e ciò che è esprime l’impegno dell’allievo e le conoscenze effettivamente acquisite”.
Il criterio basilare per la costruzione e l’utilizzo di prove di verifica per gli alunni con DSA o con altre rilevanti difficoltà di apprendimento è quello di adottare modalità che consentano loro di dimostrare effettivamente il livello di apprendimento raggiunto.
In genere, per gli alunni individuati dal consiglio di classe come bisognosi di interventi personalizzati è possibile non redigere un PDP(piano didattico personalizzato),vanno comunque descritti tutti gli interventi didattici da mettere in atto per agevolare l’apprendimento dell’alunno.
Per approfondire: DSA, BES e ADHD: non sono la stessa cosa!
Gli alunni con bisogni educativi speciali sono tutti certificati?
In realtà non tutti gli alunni con disturbi dell’apprendimento hanno una diagnosi psicologica e/o medica,infatti quelli in possesso di una certificazione sono il 2-3%,ma i dati alla mano dicono che in realtà quelli di cui si ha la certezza che abbiano difficoltà importanti ma non hanno ricevuto una diagnosi sono almeno il 10-15%. La differenza fra le due categorie, sta nel fatto che gli alunni con certificazione derivano da una precedente diagnosi effettuata con la somministrazione di test diagnostici e statistici come il DSM-IV e il ICD-10,dove rientrano: il ritardo mentale,i disturbi del calcolo,il disturbo della scrittura,del comportamento,della condotta,dello sviluppo,comprensione del linguaggio,o altre patologie,mentre per l’altra categoria senza certificazione,in generale si ha il riconoscimento con la scuola,dove l’insegnante si trova a confrontarsi con alunni che pur non presentando deficit nell’apprendimento,non possiedono competenze cognitive adeguate nell’area metacognitiva,linguistica,sociale,per cause diverse.
Ci sono delle indicazioni utili per attuare verifiche calibrate?
In realtà le verifiche vanno sempre adattate in relazione alla situazione e alle esigenze di ogni singolo alunno,sulla base di quanto previsto nel piano didattico personalizzato.
- Se possibile predisporre verifiche monotematiche.
- Se possibile preparare domande e/o esercizi a complessità crescente.
- Scegliere tipi di prove con cui l’alunno ha già una certa familiarità.
- Nella scelta di prove con domande a scelta multipla rispettare i criteri generali validi per tutti:domande formulate in modo diretto,evitando il più possibile l’uso delle negazioni e delle doppie negazioni;domande contenenti solo le informazioni indispensabili e richiedenti una sola informazione in risposta.
- Se possibile suddividere la verifica in due o più parti.
- Evitare di presentare prove di verifica scritte a mano.
- Predisporre testi chiari e facilmente leggibili,utilizzando caratteri tipografici che offrono una visione più nitida.
- Evitare di far ricopiare dalla lavagna il testo della verifica.
- Prevedere una riduzione sulla quantità delle richieste,o aumentare il tempo a disposizione.
- Far utilizzare strumenti compensativi.
Calibrare verifiche per i bisogni educativi speciali può creare malumori all’intera classe?
Può capitare che i compagni commentino il fatto che le verifiche non siano uguali o che lo studente stesso non accetti di svolgere una verifica differente, dove si avvalga anche di qualche strumento compensativo, è essenziale che in una situazione come questa l’insegnante faccia riflettere il gruppo classe. In tale constesto l’ideale sarebbe di introdurre anche con l’utilizzo dei media,storie che parlino di queste difficoltà, mettendo in atto l’utilizzo di tutti gli elementi e l’attivazione di tutte le possibili risorse di una realtà educativa e formativa.Non dimentichiamo che spesso un alunno B.E.S vive stati emotivi per lo più negativi che sfociano in comportamenti dannosi per se stesso, come ad esempio:
- imegno e motivazione discontinui
- scarsa autostima
- ricerca costante dell’attenzione dei docenti
- assunzione di comportamenti rinunciatari e di negazione
- mancanza di sicurezza in se stesso e negli altri
- assunzione di comportamenti di chiusura e di isolamento
- utilizzo di atteggiamenti esibizionistici
La famiglia da una parte e la scuola dall’altra possono svolgere ruoli importanti per evitare l’insorgenza di queste problematiche ,l’alunno BES va inserito,accolto e ascoltato,la scuola è vicina a queste situazioni e predispone interventi che mirano al funzionamento globale dell’allievo nel contesto della classe.
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