Le difficoltà di scrittura nei DSA: quando si parla di Disgrafia e quando di Disortografia
Imparare a leggere e scrivere è piuttosto semplice. Secondo Giacomo Stella, ideatore e responsabile scientifico dei centri SOS Dislessia:
Per un soggetto normodotato è più difficile non imparare o resistere all’apprendimento piuttosto che appropriarsi di queste abilità. Si consideri che molti bambini imparano a scrivere da soli e che comunque il 90% degli scolari di prima elementare impara in due mesi a prescindere dal metodo didattico a cui sono stati esposti.
La disgrafia e la disortografia, le difficoltà di scrittura riconosciute fra i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), sono riconosciuti dalla legge 170/2010. Tali disturbi sono riconducibili a una compromissione nei processi su cui si basa il compito di trascrizione. Il modello interpretativo della scrittura è ispirato a quello “a due vie” proposto da Coltheart (1981).
Come funziona il “modello a due vie”
Questo sistema spiega il funzionamento del processo di trascrizione a partire dall’analisi della parola udita, che può attivare due processi centrali distinti, fino all’esecuzione dei pattern (modelli) grafo-motori necessari per scriverla.
- Se la parola udita è familiare al soggetto, il lessico grafemico (parole già presenti nella memoria) permette di recuperare la forma ortografica corrispondente (lessicale-semantica);
- Se invece, la parola ascoltata non è familiare il buffer fonemico (trattenere l’informazione fonologica per il tempo necessario affinché possano attuarsi i processi che controllano il controllo motorio) permette di tradurre i singoli suoni secondo un meccanismo di conversione fonema-grafema.
Questo modello consente di individuare quali sono i processi fondamentali la cui alterazione può causare specifiche difficoltà di scrittura.
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Quando si parla di Disgrafia e Disortografia?
Nella scrittura possiamo distinguere tre aspetti fondamentali:
- La capacità di espressione scritta: comprende tutti i processi che consentono al bambino di realizzare un testo scritto, a partire dalla fase di generazione delle idee e di organizzazione delle stesse in una struttura coerente per arrivare alla loro trascrizione e revisione;
- La competenza ortografica: che comprende tutti i processi di conversione dei singoli fonemi nei corrispondenti grafemi e i processi di recupero della forma ortografica dell’intera parola, necessari per scrivere correttamente;
- La competenza grafo-motoria:che racchiude le abilità che consentono al bambino di produrre i singoli segni grafici.
- La competenza ortografica viene valutata sulla base del parametro della correttezza, ossia quantificando gli errori commessi dal bambino in relazione a quanto atteso per la sua fascia scolastica.
In riferimento alla classificazione proposta da Tressoldi e collaboratori(2012), si possono distinguere tre tipologie di errori: fonologici, non fonologici e fonetici.
- Fonologici: troviamo errori tipo, lo scambio di grafemi, omissione o aggiunta di lettere o sillabe, inversioni di sillabe, grafemi inesatti;
- Non fonologici: separazione e fusione illecita di parole, scambio di grafema omofono, omissione o aggiunta di “h”;
- Fonetici: errori legati all’uso di accenti e delle doppie.
La valutazione degli aspetti prassici legati alla scrittura, e alla competenza grafo-motoria ci rimanda al documento del gruppo AIRPA sulla disgrafia.
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Come intervenire nelle difficoltà di scrittura?
Una volta che si è evidenziato un disturbo di disortografia, o disgrafia, o come accade a volte la presenza di entrambi gli aspetti, bisogna attuare interventi mirati al recupero e al potenziamento, ad esempio:
- ATTIVITA’ DI ALLENAMENTO PER LA FLUIDITA’ GRAFICA: si tratta dei veri e propri esercizi di allenamento nella esecuzione dei movimenti delle dita necessari per scrivere;
- POTENZIAMENTO DELLA COMPETENZA ORTOGRAFICA: le attività che verranno utilizzate saranno quelle di tipo metafonologico, ossia il riconoscimento dei costituenti fonemici del parlato, quindi lavorare sulle omissioni, sostituzioni e aggiunte di lettere;
- ARRICCHIMENTO LESSICALE: programmare attività che riguardino le “dissezioni” e riordinamenti delle parole;
- PROMOZIONE DEL PROCESSO DECISIONALE: un metodo efficace per sostenere il recupero in memoria della parola si può attuare con delle flashcard da usare come promemoria, basati su errori plausibili, o alcuni gruppi ortografici;
- PROMUOVERE L’AUTOCORREZIONE: riflessione sul testo scritto, e revisione con rilettura. Agli studenti con DSA e con BES è necessario spiegare che la revisione non si riduce a “trascrivere in bella copia”, ma implica valutare le frasi, mantenere quelle chiare ed efficaci, riformulare i punti poco chiari, aggiungere dettagli o chiarire un tema.