Aspetti fondamentali per la costruzione degi obiettivi: autoregolazione e apprendimento
L’autoregolazione e l’apprendimento sono due aspetti fondamentali per la costruzione degli obiettivi che portano uno studente a selezionare strategie e a modificare i propri comportamenti al fine di raggiungere uno scopo.
Barry Zimmerman, uno dei ricercatori più importanti nel campo dell’apprendimento autoregolato, afferma che l’autoregolazione non è un’abilità mentale o legata al rendimento scolastico, ma è un processo in cui gli studenti trasformano le loro abilità mentali in abilità scolastiche.
Tutti noi ci poniamo dei giudizi circa la nostra capacità di riuscire a portare a termine determinati compiti e iniziamo a pensare quali tipi di comportamenti o strategie è meglio utilizzare, e quindi ci autoregoliamo per raggiungere il nostro scopo. Strettamente connesso al concetto di autoregolazione e apprendimento è il concetto di apprendimento sociale dello psicologo dello sviluppo Albert Bandura, secondo lui i bambini imparano in un ambiente sociale imitando il comportamento altrui, e strettamente collegato a questo è il concetto di autoefficacia, secondo il quale l’individuo è capace di simbolizzare o sostituire l’esperienza diretta, facendo previsioni su se stesso che gli consentono di autoregolarsi.
Autoefficacia come strumento per perseguire atri obiettivi
Avere buone capacità di autoefficacia comporta il perseguimento di altri obiettivi: l’autovalutazione, l’automonitoraggio, la pianificazione, l’uso di strategie.
- Autovalutazione: autovalutarsi significa compiere un’operazione metacognitiva, cioè porsi delle domande, ad esempio su come sta procedendo un compito, la scelta degli obiettivi, dei materiali, la programmazione dei passi successivi.
- L’Automonitoriaggio: l’automonitoraggio implica la capacità di tenere d’occhio costantemente i propri progressi, e di prestare attenzione a ciò che si sta imparando, anche con l’aiuto di domande in cui ci si interroga ad esempio se si è capito bene l’argomento, su cosa ci si sente insicuri, se si ricordano le informazioni più importanti. Questo tipo di domande aiutano lo studente a rendersi conto della preparazione e a sentirsi più sicuro.
- La pianificazione: la pianificazione è intesa come organizzazione e la distribuzione del compito, che in generale non deve essere rigida e perfezionista, ma deve essere flessibile, cioè adeguarsi ai tempi e all’età dello studente; sicuramente questo obiettivo porta a innumerevoli vantaggi come maggior capacità di controllo e concentrazione, autonomia e maggior motivazione.
- L’uso di strategie: l’uso di strategie nei processi di apprendimento sono meccanismi che vengono messi in atto per facilitare, ottimizzare e velocizzare l’apprendimento, e ne esistono di vari tipi: le strategie cognitive, che elaborano le informazioni, le strategie metacognitive che agiscono da “bussole” ossia controllano, le operazioni di gestione del proprio apprendimento, le strategie socio-affettive che aiutano a gestire il rapporto con se stessi e con gli altri (genitori, insegnanti, compagni), infine le strategie motivazionali, che aiutano lo studente a persistere nell’impegno una volta iniziata l’esecuzione di un compito.
Cosa succede quando uno studente non possiede l’autoregolazione?
Purtroppo capita molto spesso che ci sia un deficit di autoregolazione, in questo caso si ha la difficoltà a controllare i propri impulsi e conseguentemente non si riesce a posticipare una gratificazione. In questo caso l’automonitoraggio che è una componente fondamentale dell’autoregolazione viene a mancare, questa carenza è evidente soprattutto nell’ADHD o deficit di attenzione e iperattività dove c’è una difficoltà nel controllare i propri impulsi e ad inibire comportamenti inadeguati. Sappiamo che l’autoregolazione inizia a svilupparsi intorno al primo anno di vita e il suo evolversi dipende da vari fattori interni alla persona, fattori ambientali. Probabilmente la base di questa mancanza risiede nel sistema nervoso, che ha difficoltà ad autoregolarsi, si è dimostrata la presenza di anomalie in regioni della corteccia frontale, temporale e parietale, nei gangli della base, nel corpo calloso e nel cervelletto.
Cosa può fare la scuola?
Gli interventi che la scuola metterà in atto si baseranno su la predisposizione di un contesto facilitante, che permetterà la capacità di costruire un processo di apprendimento costante.
Si utilizzeranno strategie per aiutare lo studente a prevedere le conseguenze come l’utilizzo di attività routinarie e strutturate e tempi di lavoro prestabiliti, infatti, la difficoltà di autoregolare il proprio comportamento porta lo studente ad agire in modo apparentemente disorganizzato, più routine ci sono nella classe più esso cercherà di adattare ad esse il proprio comportamento. Un altro elemento importante è la presenza di regole all’interno della classe che devono essere proposizioni positive, essere semplici, devono essere poche ed evitare troppe formulazioni che possono risultare non chiare, altro elemento importante è l’organizzazione del materiale, la difficoltà in ambito scolastico più rilevante è legata all’organizzazione del materiale da lavoro, spesso lo studente non ha con sè tutto il materiale necessario, in questo caso è possibile impostare alcune attività che migliorino tali abilità, incrementando la sua capacità di organizzazione e pianificazione.
Un ultimo elemento che risulta particolarmente importante è l’uso dei “rinforzi”, commentare positivamente un comportamento giusto, aumenterebbe i comportamenti desiderabili e diminuirebbe quelli negativi, è fondamentale che i rinforzi siano significativi per lo studente, immediati e frequenti.