Il Disturbo del linguaggio
Il disturbo del linguaggio fa parte dei disturbi del neurosviluppo ed è caratterizzato da un ritardo in uno o più ambiti dello sviluppo del linguaggio, in assenza di problemi cognitivi, sensoriali, motori, affettivi, ma anche di importanti carenze sotto il punto di vista socio-ambientale.
Cos’e’ il linguaggio e come si sviluppa?
Il linguaggio è il mezzo elettivo della comunicazione umana; gli scambi verbali permettono il contatto continuo con l’ambiente, favoriscono gli apprendimenti e l’evoluzione del singolo e della specie. Le basi biologiche della capacità comunicativa messe in evidenza dall’approccio etologico allo studio del comportamento umano, proposto da molti etologi e psicologi (Eibl, Eibesfeldt, Hinde, Lorenz, Bowlby, Ainsworth, Ambrose, Wolf ), sottolineano come tra i comportamenti motori e percettivi, a base innata, ve ne siano alcuni di tipo sociale, evolutisi per favorire l’interazione tra gli individui della stessa specie. Tra questi comportamenti ce ne sono alcuni più specificamente comunicativi che fungono da segnale, come il pianto, il sorriso, la vocalizzazione e la tendenza innata a rispondere a determinati modelli percettivi, anche complessi, come la voce e il volto umani. Le capacità che permettono al bambino di raggiungere nel giro dei primi tre-quattro anni di vita la competenza linguistica sono tuttora molto discusse dagli studiosi che si occupano del linguaggio e in particolare dagli psicolinguisti, per cui non è tanto chiaro quante di queste capacità siano da attribuirsi ad un “innato” e quante ad un “appreso”. Il tempo nel quale si realizza lo sviluppo del linguaggio è abbastanza limitato: i primi 5-6 anni, il limite minimo, 10-12 anni quello massimo; oltre tale periodo l’apprendimento risulta sempre più difficile, in quanto il cervello umano non ha più, dopo quel periodo , la possibilità di realizzare la “funzione linguistica”. Vi è comunque un periodo “critico” in cui il linguaggio viene appreso spontaneamente, trascorso il quale si possono raggiungere dei risultati soddisfacenti solo attraverso una particolare rieducazione, purché non si superi il limite massimo di età. Spesso il disturbo del linguaggio rappresenta un filo conduttore che porta il bambino ad avere difficoltà nell’apprendimento perché il non avere acquisito una buona dimestichezza in attività di fusione sillabica, di riconoscimento o produzione di rime o ancora in compiti di fluenza fonemica(elencare tutte le parole che iniziano con un determinato suono) potrebbe condurlo ad avere varie problematiche proprio con l’ingresso alla scuola primaria.
Per approfondire: Sviluppo del linguaggio nei bambini: le tappe fondamentali
Quali sono i principali disturbi del linguaggio?
Possiamo definire come disturbo del linguaggio la Deglutizione Atipica, La Disprassia Verbale, La Disfasia Infantile, Il Disturbo Fonologico, Il Disturbo della Fluenza (balbuzie).
- Deglutizione atipica: la Deglutizione Atipica prende in considerazione l’anatomia della bocca e riguarda il permanere di un meccanismo deglutitorio infantile oltre il periodo ritenuto fisiologico, ossia dopo i 6-7 anni, questo comporta ad uno squilibrio della muscolatura oro-facciale. L’eziologia dipende da molti fattori, le cause più comuni sono: Succhiamento del dito; Rosicchiamento delle unghie, Respirazione orale (ossia la respirazione viene eseguita sempre dalla bocca e non dal naso), malattie del sistema nervoso, masticazione della guancia;
- Disprassia vebale: la Disprassia Verbale è un disordine congenito del controllo motorio che riguarda la messa in atto di movimenti necessari alle emissioni di suoni, sillabe e parole e alla loro organizzazione in sequenza al fine di produrre un linguaggio chiaro.In genere i bambini che presentano questo disturbo possono manifestare anche difficoltà negli apprendimenti scolastici;
- Disfasia infantile: Il bambino disfasico presenta un deficit linguistico di varia entità. Il linguaggio viene compromesso nella formulazione, nell’espressione, nella comprensione, nella lettura e nella scrittura, alcuni autori affermano che anche la formazione dei concetti si sviluppa differentemente dal normale, anche se sembra che l’efficienza intellettiva risulta compromessa in percentuale minima;
- Disturbo fonologico: Il Disturbo Fonologico è una alterazione dell’articolazione dovuta a malformazioni agli organi fonatori ( comprende apparato respiratorio, cavità nasali e boccali), emerge quindi una difficoltà relativa all’acquisizione del linguaggio che porta il bambino a produrre suoni della lingua (fonemi) in modo scorretto e non adeguato.
- Il disturbo della fluenza (balbuzie): Il Disturbo della Fluenza viene definito come un’alterazione complessa del flusso verbale caratterizzata da inibizioni e interruzioni dell’eloquio. La manifestazione più evidente di questo disturbo è rappresentata da pause, ripetizioni di sillabe, intoppi nella verbalizzazione, allungamento delle vocali, ecc..Il balbuziente ha la consapevolezza delle proprie difficoltà e ciò lo porta a rinunciare e a evitare progressivamente tutte le occasioni di scambio verbale, questo comportamento è tipico anche nei bambini, a volte alle difficoltà di fluenza si accompagnano tic e rituali motori che rendono più evidente e disagevole per il bambino stesso la relazione con i pari.
Per approfondire possono essere utili i corsi: CORSO ONLINE: Lo sviluppo linguistico nella prima infanzia, Sviluppo del linguaggio nei bambini: le tappe fondamentali