Il bambino plusdotato è un bambino con bisogni educativi speciali?

Il bambino plusdotato è un bambino con bisogni educativi speciali?

Non esiste, a livello internazionale, un’unica definizione di giftedness o talented, che in italia sono stati tradotti con plusdotazione (Ronconi, 2007, 2009, 2010) o Alto potenziale cognitivo (APC) e talento.

Nella storia moderna, la prima scuola dedicata agli studenti plusdotati è nata nel 1868 ad opera di William Torrey Harris, che diede la possibilità agli studenti delle scuole pubbliche di St. Louis (USA) che dimostravano capacità in ambito accademico molto superiori alla norma, di frequentare classi speciali dedicate a loro (Jolly, 2004, 2009). Il termine gifted fu comunque utilizzato per la prima volta da Sir Francis Galton nel 1869 (Galton, 1869) per identificare persone adulte che avevano dimostrato capacità nettamente superiori alla norma, ottenendo riconoscimenti a livello scientifico per il loro lavoro.

Chi e’ il bambino plusdotato?

Il plusdotato è un bambino che in genere arriva a scuola con un bagaglio di conoscenze e competenze spesso notevoli, ha in generale un QI in grado di arrivare fino ai 130 punti, e rappresenta l’8% del totale degli alunni italiani.Il  Ministero dell’Istruzione in seguito alla Direttiva del 27/12/2012,  ha incluso tra i Bisogni Educativi Speciali anche gli studenti gifted, cioè gli alunni con alto potenziale cognitivo, la motivazione è data dal fatto che anche se dotati di un elevato potenziale cognitivo, questi alunni rischiano di manifestare un forte disagio e avere difficoltà emotive, o di comportamento, o di apprendimento, e quindi necessitano di un insegnamento mirato e personalizzato.

Quali sono le caratteristiche di un bambino plusdotato?

In generale i bambini plusdotati hanno una particolare attitudine scolastica, un’elevata creatività e una buona capacità di leadership, sono molto curiosi e preferiscono la compagnia di genitori, adulti, insegnanti. A volte capita che emergano episodi di aggressività verso i compagni e le maestre, tanto che spesso queste ultime suggeriscono una visita presso strutture sanitarie competenti.

Sotto il profilo degli apprendimenti questi bambini sono molto più avanti rispetto al gruppo-classe, e spesso le reazioni aggressive sono proprio una reazione al non trovare in classe una risposta adatta ai propri bisogni.

Un’altro elemento che spesso affiora negli alunni plusdotati è l‘impulsività, che porta i bambini ad essere troppo veloci nell’esecuzione dei compiti, e di conseguenza ad avere  prestazioni a volte non soddisfacenti, e inoltre vanno incontro ad una eccessiva eccitabilità che può portare ad una maggiore distrazione.

Sul piano affettivo il bambino plusdotato ha una sensibilità estrema, percepisce e analizza  con un’acuità eccezionale tutte le informazioni provenienti dall’ambiente e dispone della straordinaria capacità di sentire lo stato emozionale degli altri.

Cosa succede a scuola?

Bisogna chiarire che i primi segnali di questa dote iniziano già nella  primissima infanzia, ma in generale non ci sono grandi allarmismi, nella scuola primaria iniziano i primi segnali evidenti tanto che spesso si scambia l’alunno plusdotato per un alunno con altri disturbi comeADHD, disturbo oppositivo provocatorio (DOP), disturbo da disregolazione emotiva, che però non trovano  conferma diagnostica.

Può capitare che le insegnanti non sono preparate a riconoscere fin da subito un alunno con questa particolarità, tuttavia è anche possibile che emergano disturbi specifici dell’apprendimento come digrafia, dislessia o disortografia. Tale situazione viene spiegata dalla differenza dello sviluppo dell’espressione orale e dello sviluppo psicomotorio, cioè il suo pensiero si sviluppa ad una velocità elevata e il gesto grafico è meno fluido e meno veloce.

Come abbiamo precedentemente detto, riconoscere uno studente gifted non è sempre facile poichè spesso questi studenti tendono a nascondere la propria intelligenza e a canalizzarla in comportamenti inappropriati.

Come intervenire?

Spesso per sostenere questi alunni sia per quanto riguarda i bisogni emotivi e sociali viene definita una programmazione didattica personalizzata, tale da rinforzare l’aspetto socio-relazionale, nello specifico si lavorerà:

  • rafforzamento dell’aspetto socio-relazionale;
  • differenziazione degli obiettivi di apprendimento, lavorando sulla consapevolezza metacognitiva;
  • auto-monitoraggio cognitivo;
  • controllo dei processi di ragionamento e di pensiero;
  • fornire occasioni di partecipazione ad attivita’ sportive di gruppo;
  • arricchimento del programma, con approfondimenti più complessi;
  • accelerazione del percorso formativo, nella disciplina dove il bambino mostra più interesse.