ALLA SCOPERTA DEL MONDO INTERIORE DEL BAMBINO CON DSA

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ALLA SCOPERTA DEL MONDO INTERIORE DEL BAMBINO CON DSA

Dietro ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento, si nasconde un mondo fatto di emozioni poco conosciute, provate da chi riceve questa diagnosi.
Spesso si pensa in prima battuta al Disturbo, tralasciando o comunque mettendo in secondo piano l’aspetto emotivo e la sofferenza psicologica che esso comporta.
I bambini con DSA possono rendersi conto delle carenze che hanno rispetto al gruppo dei pari, e covano in silenzio una grande sofferenza psicologica senza ricevere sufficiente attenzione per questo aspetto. Inutile a dirsi che tutto questo incide negativamente sull’autostima e sulla motivazione ad apprendere.

Percependosi in difficoltà rispetto alla classe, questi bambini possono sentirsi inferiori, possono essere in difficoltà anche nelle relazioni amicali con i pari, e si rifugiano nell’isolamento.In aggiunta, spesso si sentono schiacciati anche dalle parole di genitori e insegnati che attribuiscono gli insuccessi scolastici alla mancanza di impegno e di volontà; più il bambino non si sente accolto e capito, più tenderà a reagire a queste colpe evitando i compiti che lo mettono in difficoltà , e sfociando in comportamenti disturbanti la classe.
Un aspetto fortemente minato nei bambini con questo problema, è l’autostima, ossia il valore che ciascuno di noi attribuisce a se stesso. Ovviamente scontrandosi spesso con fallimenti e difficoltà, l’immagine di sé è costantemente in pericolo ed è soggetta a valutazione negativa dovuta proprio al confronto con il resto del mondo.
Sentirsi “diverso” dagli altri, può portare a covare rabbia nei confronti di chi riesce ad avere risultati, e l’esplosione di aggressività sembra l’unico modo per comunicare agli altri la propria sofferenza incompresa.
Talvolta il bambino può manifestare sintomi somatoformi come mal di testa, nausea, mal di pancia, dietro i quali si nascondono segnali di frustrazione per gli insuccessi scolastici. Anche l’ansia è presente e può manifestarsi con attacchi di panico, fobie che portano il bambino ad allontanarsi dalla scuola, a evitare le situazioni che non riesce a gestire emotivamente, tendendo quindi al ritiro sociale che favorirà idee di autosvalutazione.
L’idea di non essere autoefficaci, ossia di credersi non capaci di eseguire un compito, ha forti ripercussioni sulla motivazione. Quando all’impegno scolastico del bambino non segue un rendimento positivo, egli sarà demoralizzato e perderà la motivazione a impegnarsi nei compiti, poiché ogni sforzo di concentrazione risulta vano.

Il sentirsi sotto pressione, le richieste da parte dei docenti, le critiche dei genitori e non per ultimo le vessazioni dei compagni, rendono più vulnerabile il bambino con DSA che si accorge egli stesso di affaticarsi in compiti che per gli altri compagni sono semplici da svolgere. Ecco come l’autostima del bambino inizia a vacillare, e spesso per il disagio sperimentato, è richiesto l’intervento di uno specialista.
Il fatto di non riuscire nelle attività scolastiche quotidiane, può portare a manifestazioni di ansia che può diventare la strada privilegiata verso la chiusura e la voglia di abbandonare tutto ciò che riguarda la scuola, dato lo scoraggiamento.
Ciò che generalmente balza agli occhi delle insegnanti sono i numerosi errori ortografici, la lettura deficitaria, difficoltà di recupero delle informazioni, tipo tabelline, numeri, verbi, mancanza di attenzione prolungata nel tempo, il disordine.
Altre difficoltà che possono emergere nel quotidiano sono le difficoltà temporali, difficoltà a leggere l’orologio, a memorizzare i giorni della settimana, dei mesi, non ricordare il giorno in cui si è nati o quando è Natale; per l’area prassica, ci sono le difficoltà relative al vestirsi e allacciare le scarpe, nel riconoscere la destra dalla sinistra, nel non rispettare i margini di un foglio o le righe.
Nell’area linguistica, ci sono problemi relativi ai suoni, alla sostituzione di suoni di lettere, tipo r/l o m/n, scambio di numeri, mancato riconoscimento delle doppie, uso di parole non inerenti al contesto; nell’area del calcolo ci sono le difficoltà nel contare, nell’eseguire le operazioni matematiche, difficoltà ad allineare i numeri per eseguire le operazioni, difficoltà ad imparare le tabelline.
A livello psicologico, è un bambino estremamente timido, con scarsa autostima, che si sente incapace, che ha difficoltà a stabilire relazioni con i coetanei e che spesso diventa vittima di bullismo. Come è facile prevedere, a tutto ciò può seguire una forte demotivazione, la ricerca di isolamento per i continui insuccessi scolastici e sociali, e a seguito di questo non è raro che ci si imbatta nella depressione.
Importante è valorizzare le potenzialità del bambino, lavorare sul senso di inferiorità che sperimenta, questi sono i primi passi da percorrere per aiutarlo a costruire un’immagine di sé positiva e capace, che gli permetterà di sentirsi partecipante attivo in tutti gli ambiti della vita.
E come diceva Einstein “…Ognuno è un genio. Ma, se si giudica un pesce dalla sua abilità nell’arrampicarsi sugli alberi, lui passerà l’intera vita a credersi stupido”. Tutti noi siamo unici e irripetibili, tutti con punti di forza e debolezza, con o senza una diagnosi, tutti, senza distinzione!

A cura della Psicologa Caroprese Marianna


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