Il ruolo delle funzioni esecutive nei processi di apprendimento

Il ruolo delle funzioni esecutive nei processi di apprendimento

Il termine Funzioni Esecutive (FE) si riferisce a un insieme di abilità cognitive messe in atto durante i processi di pianificazione e organizzazione del comportamento orientato a uno scopo. Esse permettono di controllare azioni e pensieri in contesti nuovi in cui una risposta automatica o impulsiva non è efficace, consentendo in compiti complessi di selezionare la modalità più vantaggiosa per il raggiungimento dell’obiettivo. Le FE non si riferiscono a una sola abilità, ma a una serie di processi mentali la cui applicazione richiede sinergia, coordinazione e un notevole sforzo cognitivo (Marzocchi e Valagussa, 2011; Diamond, 2013).

In cosa consistono le funzioni esecutive nell’ infanzia?

Nel periodo infantile le abilità esecutive consistono in processi mentali che aiutano a controllare il comportamento e l’attenzione, ritardare la gratificazione, gestire risposte impulsive e mettere in atto comportamenti mirati. Esse risultano particolarmente utili nel contesto famigliare e scolastico in quanto possono predire diversi risultati futuri, fondamentali per il raggiungimento di traguardi evolutivi e per il benessere psicologico e fisico del bambino (Garon, Bryson e Smith, 2008; Diamond, 2013).

Le Funzioni Esecutive vengono oggi considerate come una serie di abilità interconnesse tra loro che si manifestano contemporaneamente in funzione dello scopo che si vuole raggiungere.

Le ricerche scientifiche ritengono che lo sviluppo delle funzione esecutive si estenda nel tempo e che sia fortemente sensibile al contesto in cui il bambino è inserito e sia influenzato dalle esperienze di vita che coinvolgono direttamente e indirettamente il bambino stesso. Oltre ad essere rilevanti in molteplici contesti, esse possono predire sviluppi futuri tra cui, ad esempio, il benessere psicologico (Diamond, 2005), la salute fisica (Crescioni et al., 2011), la qualità di vita (Davis et al., 2010), la buona riuscita nel mondo del lavoro (Bailey, 2007) e anche aspetti legati all’apprendimento della lettura (Shaul e Schwartz, 2014) e della matematica (Viterbori et al., 2015).

Cosa succede in età prescolare?

Generalmente in età prescolare si identificano tre componenti di base delle FE: Controllo Inibitorio (CI), Memoria di Lavoro (ML), e la Flessibilità Cognitiva (FC).

  • Controllo inibitorio: Secondo l’autrice Diamond (2013), lo sviluppo del Controllo Inibitorio è complesso per i bambini molto piccoli, ma sembra essere un forte predittore dei risultati  futuri in età adulta. In particolare, quando si parla di CI si fa riferimento all’abilità di gestire l’attenzione, il comportamento, il pensiero o le emozioni in situazioni in cui è necessario sopprimere una risposta impulsiva, a favore di un’azione appropriata e adeguata al contesto. Si parla quindi, di abilità di interrompere o sopprimere risposte dominanti o inadeguate alle richieste ambientali, in favore di altre più adatte alla situazione.
  • Memoria di lavoro: La Memoria di Lavoro, viene descritta come la capacità di trattenere mentalmente le informazioni e di lavorare su di esse. Il periodo prescolare vede un incremento nella capacità della ML, infatti, il controllo dell’attenzione in questi anni si sviluppa velocemente con un aumento della resistenza alle distrazioni e della gestione degli impulsi irrilevanti al compito, sia in termini di durata che di frequenza del focus attentivo (Howard et al., 2015).
  • La flessibilita’cognitiva: La FC, si sviluppa più tardi sulla base del CI e della ML (Garon, Bryson e Smith, 2008) che definiscono il trasformarsi o il mutare come un passaggio da uno schema mentale all’altro. Indipendentemente dalla forma particolare che assumono, tutte le attività di cambio/passaggio comportano due fasi. Una prima fase richiede la formazione di uno schema mentale in cui viene fatta un’associazione tra un particolare stimolo e una risposta, in cui ci si concentra sugli elementi rilevanti, mantenendoli in ML. La seconda fase consiste nel passaggio a un nuovo set mentale che è in conflitto con il primo. La capacità di FC migliora fino al periodo adolescenziale, i bambini in età prescolare compresa tra i tre e i quattro anni possono passare con successo tra due semplici set di risposte in cui le regole sono collocate in un contesto semplice di storia, ma solo successivamente sono in grado di gestire imprevisti e complessità nel cambiamento.

Si possono allenare le funzioni esecutive?

Nell’ultimo decennio sono esponenzialmente aumentati gli studi e le proposte di intervento per allenare le FE durante l’età prescolare, alcune ricerche scientifiche hanno esaminato come i deficit delle funzioni esecutive si manifestino in diversi disturbi del neurosviluppo, come ADHD (Castellanos et al., 2006), il disturbo pervasivo dello sviluppo (Pellicano, 2012) e le difficoltà di apprendimento (Anderson e Lyxell, 2007). Pertanto, negli ultimi tempi diverse indagini sperimentali hanno cercato di studiare l’effetto che un intervento precoce possa avere sulle FE in età prescolare, nel contesto scolastico, ad esempio, l’intervento risulta potenzialmente utile sia per intercettare il bisogno dei bambini più fragili, sia per attenuare le difficoltà che potrebbero emergere e avere conseguenze sul benessere del bambino, quindi una proposta educativa più ampia che sfrutta materiali concreti e facilmente reperibili può essere senza dubbio efficace nel fronteggiare questa problematica

Leggi anche: