Il rifiuto scolastico nei bambini. Possibili cause e soluzioni per i genitori.

Il rifiuto scolastico nei bambini. Possibili cause e soluzioni per i genitori.

Quali sono le cause per cui i vostri figli non vogliono andare a scuola. Cosa potete fare come genitori? Continua a leggere per comprendere e gestire la situazione.

Se a volte capita che vostro figlio non vuole andare a scuola non è un problema. Quando ciò accade molto spesso o non tutti i giorni, è fondamentale indagare cosa sta succedendo.

Posso essere varie le ragioni per cui un bambino potrebbe preferire di rimanere a casa. Tenete presente che il rifiuto della scuola può essere correlato ad uno stato d’ansia.

Questo rifiuto è un problema complesso che ha le sue radici in diverse cause, come la paura della separazione dai genitori, paura di vari eventi legati alla scuola come episodi di bullismo, timore di sostenere gli esami, spogliarsi durante lo sport, portando allo sviluppo di una possibile diagnosi di fobia specifica o sociale, disturbi d’ansia o isolamento sociale.

Per approfondire:

Un altro motivo che può portare al rifiuto scolastico è un importante cambiamento nelle dinamiche familiari. Ad esempio se si è in una fase di separazione o divorzio, conflitti tra i genitori o mancanza di affetto possono generare nel bambino un naturale senso di insicurezza che lo porta ad isolarsi ed a temere le sfide evolutive.

Cosa fare come genitori?

  •  Comunicare

Parlare apertamente con vostro figlio per aiutarlo. È fondamentale utilizzare un tono di voce dolce e calmo, facendolo sentire a suo agio in modo che possa parlare più apertamente e con calma di ciò che gli sta accadendo. 

  •  Osservare il comportamento

Se notate che vostro figlio non vuole più uscire di casa non solo per andare a scuola, ma si rifiuta di recarsi anche in altri luoghi, allora il problema potrebbe essere legato ad un’insicurezza e paura. Utilizzate alcune strategie per renderlo più sicuro di sé.

  • Convalidare le emozioni del bambino

Bisogna ascoltare quello che dice e prova. Anche se è difficile per lui, autiamo il bambino a dare un nome ai suoi sentimenti. A tale scopo, dovrà allenare la sua intelligenza emotiva in modo che abbia le strategie necessarie per esprimere come si sente in determiante situazioni.

  •  Motivarlo ad imparare

In questo caso, svolgete alcune attività di apprendimento esperenziale dando importanza ai seguenti aspetti, come il Contesto, aiutando il bambino ad associare l’apprendimento con esperienze e conoscenze pregresse, in modo da poterle riscontrare nella realtà in cui sta vivendo. La Creatività, stimolando la risoluzione creativa di problemi reali e significativi. La Curiosità, suscitando l’interesse del bambino per quello che sta imparando. Il Controllo, dando al bambino l’opportunità di essere parte attiva di ciò che sta imparando e di scegliere come farlo. La Collaborazione, creando uno spazio di interazione e scambio per motivare il bambino a imparare.

  • Parlare con gli insegnanti

È importante assicurarsi che l’ambiente scolastico sia adatto all’apprendimento del bambino; se è sicuro e non scatena emozioni negative come stress o ansia. E’ opportuno chiedere agli insegnanti come si comporta il bambino a scuola, se va d’accordo con i compagni di classe o se è successo qualcosa di anomalo. 

  •  Chiedere un aiuto professionale 

Se la situazione non migliora o non si trovano risposte ai dubbi emersi, diventa necessario cercare l’aiuto di un professionista, come uno psicologo/psicoterapeuta, garantendo un sano sviluppo dei bambini.